Oggi è festa grande per il nostro Teatro! Il 27 Marzo infatti si celebra la "Giornata mondiale del Teatro", conformandosi all'iniziativa lanciata a Vienna nel 1961 dall'Istituto Internazionale del Teatro creato dall'Unesco. Nonostante la crisi e lo spauracchio dei tagli, gli amatori del teatro marchigiano lottano e non hanno per nulla dato forfait, anzi crescono e rilanciano con nuove idee, progetti, spettacoli, festival, rassegne ed iniziative culturali a tutto campo. Sono (siamo) sostenuti, su tutti, dal pubblico che merita sicuramente il meglio che possono regalare al di là dei tanti sforzi e sacrifici che spesso non sono neanche lontanamente immaginabili. Quindi benvenuta #giornatamondialedelteatro o #worldtheatreday, da celebrare sia dentro che fuori i “nostri” 100 teatri: per avvicinare i giovani, per intrattenere, per creare motivo di scambio e passione, per essere supporto all'economia, ma soprattutto per riportare il Teatro al centro dell'interesse della nostra cultura, affinché possa essere veramente un vero e potente strumento di unione fra popoli come immaginato da chi ha lanciato l'idea di questa celebrazione. In occasione della "giornata" ogni anno viene scelto un testimonial d'onore per un messaggio internazionale sul tema del Teatro e proprio sull'unione tra i popoli che viene tradotto e letto nei teatri di tutto il mondo. Il primo fu di Jean Cocteau nel 1962, quest'anno è la volta di Krzysztof Warlikowski regista polacco di fama mondiale.
I veri maestri del teatro è più facile trovarli lontano dal palcoscenico. E in genere non hanno alcun interesse per il teatro come macchina che replica convenzioni e che riproduce cliché. I veri maestri del teatro cercano la fonte pulsante, le correnti viventi che tendono a oltrepassare le sale di spettacolo e le folle di persone curve a copiare un mondo o un altro. Noi copiamo, invece di creare mondi che si concentrino o che dipendano da un dibattito con il pubblico, dalle emozioni che si gonfiano sotto la superficie. Ma in realtà non vi è nulla che possa rivelare le passioni nascoste meglio del teatro. Il più delle volte mi rivolgo alla prosa per avere una guida. Giorno dopo giorno mi trovo a pensare a scrittori che quasi cento anni fa, hanno descritto profeticamente, ma anche in maniera misurata, il declino degli dei europei, il crepuscolo che ha immerso la nostra civiltà in un buio che deve ancora essere illuminato. Penso a Franz Kafka, Thomas Mann e Marcel Proust. Oggi vorrei anche includere John Maxwell Coetzee in quel gruppo di profeti. Il loro senso comune della inevitabile fine del mondo- non del pianeta, ma del modello delle relazioni umane- e dell’ordine sociale e del suo sconvolgimento,è di grande attualità per noi qui e ora. Per noi che viviamo dopo la fine del mondo. Che viviamo davanti a crimini e conflitti che scoppiano ogni giorno in nuovi luoghi, persino più velocemente di quanto i media onnipresenti non riescano a seguire. Questi incendi diventano rapidamente noiosi e spariscono dalle cronache, per non tornare mai più. E ci sentiamo impotenti, inorriditi e circondati. Non siamo più in grado di innalzare torri, e i muri che ostinatamente costruiamo non ci proteggono da niente – al contrario, essi stessi chiedono una protezione e una cura che consumano gran parte della nostra energia vitale. Non abbiamo più la forza per cercare di intravedere ciò che sta oltre il cancello, al di là del muro. E questo è esattamente il motivo per cui il teatro dovrebbe esistere e il luogo dove dovrebbe cercare la sua forza. Per gettare uno sguardo laddove è vietato guardare. “La leggenda cerca di spiegare ciò che non può essere spiegato. Poiché è radicato nella verità, deve finire nell’inspiegabile “- così Kafka descrive la trasformazione della leggenda di Prometeo. Sento fortemente che le stesse parole dovrebbero descrivere il teatro. Ed è quel tipo di teatro, che è radicato nella verità e che trova la sua fine nell’inspiegabile, che auguro a tutti i suoi lavoratori, quelli sul palco e quelli tra il pubblico, e lo auguro con tutto il mio cuore.
Per qualunque vostra iniziativa collegata al 27 Marzo, non dimenticatevi di usare gli hashtag che lanciamo volentieri in questo spazio: #giornatamondialedelteatro o se volete essere più "internazionali" #worldtheatreday
Buona giornata mondiale del teatro a tutti dunque: ovunque voi siate, in qualunque lingua vi esprimiate, qualunque religione professiate, qualunque colore delle pelle abbiate e qualunque bella cosa recitiate.
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